Ecco alcuni brani dell’intervista rilasciata da Daniele Zovi a Valentina De Poli per il settimanale TuttoLibri del quotidiano La Stampa in occasione dell’uscita in tutte le librerie del racconto per ragazzi “Ale e Rovere – Il fantastico viaggio degli alberi”, edito da De Agostini.
Per l’intervista a Daniele Zovi, quarant’anni da guardia forestale e oggi seguitissimo autore di articoli su riviste scientifiche e di saggi, al suo primo libro per ragazzi, “Ale e Rovere – Il fantastico viaggio degli alberi”, mi sono preparata così, con un verso di Alda Merini (da L’anima innamorata): “Tu non sai: ci sono betulle che di notte levano le loro radici, e tu non crederesti mai che di notte gli alberi camminano o diventano sogni”.
L’ho trovato, bellissimo, come esergo del quarto capitolo di un altro suo libro intitolato Alberi sapienti antiche foreste: come guardare, ascoltare e avere cura del bosco. Per rompere il ghiaccio con il celebre divulgatore, classe 1952, pensavo di aver bisogno di un terreno su cui muovermi con più dimestichezza, vista la sbadataggine della mia anima green. Ma Daniele Zovi è abituato ad accompagnare le persone alla scoperta della natura con garbo e autenticità, per lui è facile farsi seguire.
E mi chiedo quanto abbia sofferto nelle settimane di lockdown.
Quanto le è mancato andare per boschi durante l’emergenza?
“Vedi, Valentina, lì c’è la vita! E mi è mancato tanto, sì”.
Cerchiamo di recuperare: facciamo insieme un passeggiata immaginaria tra gli alberi. Da dove si comincia?
“Prima di tutto in un bosco bisogna parlare sottovoce. Poi si accarezzano le piante e si appoggia la schiena a un tronco chiudendo gli occhi per far aprire tutti i sensi. Siamo abituati a privilegiare la vista, ma essere in un bosco è come trovarsi in un’altra dimensione in cui puoi sentire il fluire dell’energia. È più difficile spiegarlo che farlo”.
Anche la bimba protagonista di “Ale e Rovere”, si siede accanto a un albero…
“Le ho fatto vivere l’esperienza che provo quando accompagno gruppi di bambini nel bosco. Le escursioni durano un paio d’ore e risvegliano tutti i sensi, anche il gusto! Uno degli esercizi che facciamo è raccogliere piccoli trifogli di Acetosella e mangiarla. Quello di masticare qualcosa raccolto nel bosco è un ritorno alla natura primordiale, un gesto che piace molto ai bambini”.
(…)
“Abbiamo sempre ritenuto che l’intelligenza fosse tutta nella nostra testa, snobbando il resto del mondo. Abbiamo un’idea distratta degli alberi, quasi non ci accorgiamo di loro, pensiamo siano privi di sensibilità invece sono molto organizzati. Non sappiamo, per esempio, che gli alberi sono esseri viventi sociali e hanno addirittura elaborato un linguaggio per comunicare tra loro».
“Gli alberi sono più saggi di noi perché sono più vecchi, il risultato di una lunghissima evoluzione. Noi siamo scesi dagli alberi da poco tempo, siamo come scimmie… con poco pelo. Crediamo di essere molto evoluti poi basta un virus per metterci in ginocchio. Sarebbe necessario un bagno di umiltà. Osservare le piante, e gli animali, ci aiuterebbe molto…”.
La Terra merita sempre un pensiero, ma in quest’anno particolare anche un regalo, anzi due: una bella corsa sui prati, il più presto possibile, per farle sentire che ci siamo carichi di buonissime intenzioni, e un bel libro pieno di attenzioni verso di lei, come quello scritto da Daniele Zovi con illustrazioni di Giulia Tomai: Ale e Rovere – Il fantastico viaggio degli alberi. Cappottino rosso, frangetta, occhi vispi, zainetto a pois: Ale, la protagonista del racconto, è pronta per portare il suo Buck a fare una passeggiata nel bosco. Papà li accompagna: ne approfitterà per cercare un po’ di funghi, giusto il tempo per fare un giro nei paraggi. Ale si sente sicura lì nella natura, anche quando lui si allontana un po’. Se terranno come riferimento la grande quercia, non ci saranno problemi: gli alberi sono come solidi pilastri e non si muovono! Già, però… sono dei gran chiacchieroni. O almeno, lo è Rovere, la grande quercia, che non vede l’ora di raccontare un po’ di sé.
Grazie alle confidenze di questa nuova amica di 140 anni, Ale scoprirà cose insospettabili sulla vita degli alberi. Per esempio, che è vero che sono fermi, ma se vogliono… possono viaggiare!
E anche che hanno un sacco di amici sopra e sotto la terra. La bambina è rapita dalle parole della quercia, fa mille domande sentendosi sempre più parte di quel racconto e di quella vita. Le parole dell’autore sono quelle di chi questa storia l’ha vissuta davvero, e chissà quante volte, mentre i disegni di Giulia Tomai sono perfetti per come riescono a integrare la figura umana nella natura: Ale potrebbe essere un fiorellino o un cespuglio, splendendo comunque della sua unicità senza prevaricare.
In tempi in cui i manifesti sui comportamenti virtuosi nei confronti della Terra si sprecano, Daniele Zovi sceglie di raccontare una fantastica esperienza per lasciare un messaggio ai giovani lettori: capire che cosa abbiamo intorno per scoprire qualcosa in più di noi stessi. Un libro utile anche agli adulti che hanno dimenticato le capanne sull’albero della loro infanzia e il profumo del muschio.
(Valentina De Poli – Tuttolibri – La Stampa)